Tutte le leguminose hanno la “magica” capacità di fissare l’azoto nel terreno, ma attenzione: perché l’azoto rimanga nel terreno è necessario che la pianta sia “sovesciata” proprio all’apice della sua fioritura, altrimenti ricatturerà l’azoto precedentemente rilasciato.

La tecnica del sovescio è molto antica e consiste nell’incorporare la pianta nel terreno, lasciandola decomporre come meglio peraltro abbiamo già visto in questo post:”la concimazione verde-il sovescio“.

È una pratica di coltivazione indispensabile se si vogliono evitare concimazioni chimiche o innaturali.
Usualmente si utilizza l’erba medica, poiché la perdita dei suoi frutti non desta nessun rimpianto, ma anche le fave, i piselli, le lenticchie, i ceci, i fagioli, sono altrettanto validi.

Molti rivenditori di semi vendono dei miscugli pensati proprio per le coltivazioni naturali e  biologiche, contenenti leguminose spontanee da sovescio.
Purtroppo la pratica è fattibile solo in pieno campo: sarebbe del tutto insignificante farlo in un orto in terrazzo.

È proprio ora che vi renderete conto se avete prodotto compost sufficiente o no per rimpiazzare il terriccio dei vasi.

Se ve ne trovate sguarniti come soluzione rapida raccogliete un po’ di terriccio superficiale nelle quercete delle vostre zone, intanto preparatevi a fare il terricciato di foglie, raccogliendo delle foglie cadute dagli alberi (non vanno bene quelle dei sempreverdi né delle conifere), infilandole in un sacco di plastica nera e compattandole per bene.
Praticate dei fori in modo che le foglie non marciscano, bagnate e chiudete.
Lasciate all’ombra per circa un mese e poi capovolgete.
Controllate periodicamente e agitate il sacco: quando le foglie saranno interamente decomposte avrete un ottimo terricciato ricco di azoto cui andrà unita la farina di roccia per integrare i minerali mancanti.

Per concludere, come sempre è diverso il discorso coltivazione vegan, infatti, se come già accennato molti rivenditori di semi vendono dei miscugli pensati proprio per le coltivazioni naturali e  biologiche, queste come sempre non sono adatte alla coltivazione vegan dal momento che le piante da cui sono stati prodotti i semi sono state concimate con letame o comunque fatte crescere in terreni precedentemente concimati a letame, come del resto  prevede la coltivazione biologica.

In Italia peraltro il mercato legato a sementi buone per la coltivazione vegan è quasi assente ancora, stanno prendendo piede faticosamente le sementi  biologiche, e con prezzi da urlo, figuriamoci anche a trovarli quanto potrebbero costare delle sementi vegan, non resta quindi altro che affidarsi al libero scambio fra contadini vegan dato che il sovescio resta comunque una pratica indispensabile in tutte le coltivazioni e ancora di più in quella vegan appunto.

Un punto di riferimento utilissimo a proposito di vegan resta in primis il blog di Grazia Cacciola, vegan DOC la quale elargisce consigli proprio per chi vuole non solo seguire un alimentazione vegan, ma anche per chi vuole fare autoproduzione erbaviola.com