Nella coltivazione di orticole, fruttifere e anche ornamentali, si tende a sottovalutare in maniera pericolosa il pH del terreno.

Questo avviene un po’ in tutti i casi, ma più di frequente per chi coltiva in vaso (sia ornamentali che orticole), poiché il terriccio usato è spesso acquistato in sacchetto ai garden center.

Più volte abbiamo ripetuto che il terriccio in sacchetto contiene torba (un materiale la cui estrazione sta causando gravissimi danni ambientali) per essere più assorbente e leggero.

Inoltre il terriccio in sacchetto è di norma poco nutrito, proprio per la sua leggerezza, difatti i terreni più nutriti sono quelli argillosi e quindi pesanti.

Fate sempre il compost  sia che coltiviate sul balcone, in giardino o nell’orto e imparate il bokashi, molto comodo per piccoli balconi.

In genere i terricci acquistati hanno un PH neutro o acido, che va bene per quasi tutte le piante, ma come detto, si esauriscono facilmente e sono poco ecologici poiché sfruttano risorse non rinnovabili (la torba).
Molto meglio cercare dei campi incolti o nei boschi del terriccio adatto.

Il PH di un terriccio stabilisce la sua acidità.
Senza entrare nel merito della chimica che soggiace a questo valore,
diremo che 7 è considerato un punto di neutralità.
Valori superiori sono alcalini, valori inferiori acidi.
Piante come azalee, camelie, gardenie, gradiscono terreni acidi,
mentre molto poche sono le piante che sopportano o gradiscono terreni alcalini.

Conoscere in maniera approssimativa il PH del proprio terriccio è relativamente semplice e poco costoso.
Basta munirsi di una cartina tornasole, facilmente reperibile in un negozio di acquariologia, e diluire il terriccio in un po’ d’acqua demineralizzata.
Colori rosa o gialli danno valori ottimali, mentre verdi e bluastri valori non accettabili.

Correggere un terreno molto calcareo è difficile, tanto che conviene sostituirlo, mentre ammendare un terreno appena calcareo per portarlo ad un valore neutro è lento ma fattibile.

 

Occorre procurarsi del solfato ferrico (accettato in agricoltura biologica) e distribuirlo secondo le dosi consigliate.
È di grande importanza annaffiare con acqua non calcarea (quindi usate degli annaffiatoi in cui avrete lasciato riposare l’acqua per almeno 24 ore, in modo che il calcare si depositi), e occasionalmente annaffiare le piante con tè diluito, caffè diluito, aceto o limone.

Per non aumentare il livello di basicità del terreno, usate come concime il panello di ricino e le vinacce d’uva, oltre ai normali macerati di consolida e ortica.

Occasionalmente alcune piante soffriranno di clorosi e incapacità di assorbire il ferro.
In quel caso è necessario somministrare un ammendante noto come sequestrene, che rende disponibile il ferro già presente nel terriccio.
Il sequestrene è molto costoso e va usato con costanza.

Il termine PH deriva dal latino potentia Hydrogenii e indica la capacità dell’idrogeno di acquistare o cedere elettroni.

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