Se siete nella fase in cui volete convertire il giardino o l’orto al biologico e al naturale, e iniziate a fare progetti per la prossima primavera(anche se certi lavori si possono fare anche adesso)è più che mai importante conoscere il pH del suolo, per poter intervenire in maniera mirata e non eccessiva.
Analisi più specifiche sarebbero da farsi in laboratorio, ma senza spendere un’enormità, comprate i kit in commercio per la misurazione del pH.

Un esempio su tanti lo trovate su http://www.hemporium.it ma basta cercare con un motore di ricerca “test ph terreno” e ne troverete a mazzetti.

Fatelo in diversi punti del giardino, soprattutto dove pensate d’impegnare maggiormente la terra.
Il pH stabilisce il grado di acidità del terreno.
Terreni troppo alcalini o troppo acidi vanno corretti.

Se è molto facile correggere un terreno acido, così non è per un terreno alcalino, e considerando che la maggior parte delle piante preferisce terreni a reazione debolmente acida (da pH 5,5 fino a 7 –punto neutro- ) conoscere il pH del proprio terreno diventa fondamentale.

Alcune piante possono essere indicatrici del pH (che deriva dal latino potenzia Hydrogenii, e indica la quantità d’ioni H+ presenti in una soluzione del terreno in acqua).
Ad esempio la Rumex acetosella si diffonde in terreni poveri e acidi, il Trifolium arvense, l’Epilobium angustifolium e anche la camomilla sono indici di terreni a reazione moderatamente acida.
La violetta, il lupino, la potentilla strisciante (Potentilla reptans), l’erba medica, e il Geranium pratense sono indici di terreni alcalini.

L’alcalinità del terreno è strettamente connessa alla presenza di calcio nel terreno, poiché il calcio libera molti ioni positivi OH+ (idrossido).
Dove sospettate che il terreno sia troppo alcalino correggete con fiori di zolfo, o incorporate al terreno buone quantità di lettiera di pinete.

Per ulteriori approfondimenti leggi anche Il PH, un fattore sottovalutato.