Ottobre è il periodo di produzione del mosto: spesso i residui della spremitura dell’uva vengono gettati (anche vicino ai cassonetti) e non compostati con l’umido come dovrebbe invece accadere.
In parte è una fortuna, perché raccogliendoli o mettendosi d’accordo con i produttori locali di vino si possono avere i residui della spremitura delle uve, che in genere si presentano sotto forma di grossi dischi color vinaccia.

Sono ottimi per la concimazione di fondo del terreno o per essere aggiunti in maniera massiccia al cumulo della compostiera (ricordatevi di fare in ogni caso strati alterni di altro materiale ottimamente sminuzzato, come legnetti, sfalcio d’erba,
avanzi di cucina).

La loro reazione è debolmente acida per via degli zuccheri contenuti.
Altrettanto si può dire della borlanda, uno scarto di lavorazione della barbabietola da zucchero, impiegata nella produzione dell’alcool.
La borlanda si trova in commercio sotto forma di terriccio molto fine, di colore scuro.
Apporta azoto e potassio e ciò ne fa un concime naturale biologico ideale per il frutteto e per alcuni ortaggi da tubero che richiedono molto potassio, come le carote.