L’Helianthus tuberosus meglio conosciuto con il nome topinambur e detto anche rapa tedesca, carciofo di Gerusalemme o tartufo di canna è una pianta della grande famiglia delle Asteraceae, con l’infiorescenza a capolino.
Il nome generico del topinambur deriva dal greco ”helios” = sole e ”anthos” = fiore in riferimento alla tendenza di alcune piante di questo genere a girare sempre il capolino verso il sole, comportamento noto come eliotropismo.
In questa stagione si trovano spesso nei negozi di orto-frutta delle confezioni di grossi tuberi bitorzoluti vagamente simili allo zenzero: si tratta del topinambur, un tubero dal vago sapore di carciofo che si presta a mille utilizzi in cucina, ma non solo.
In giardino darà luce a quel periodo spoglio e grigio tra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno.
In climi miti infatti il topinambur ha una fioritura lunghissima.
Altro non è, infatti, che un girasole perenne (Helianthus tuberosus), di cui possiamo acquistare i tuberi e scordarli, perché il topinambur non richiede che pochissima acqua nelle zone d’Italia realmente siccitose, e solo in estate, e terreno poco nutrito, molto sciolto e drenato.
Di certo non passerà inosservato data la sua altezza (spesso supera i due metri) e fornirà anche bellissimi fiori per decorare la casa.
Periodicamente va suddiviso in modo che i tuberi non si accavallino troppo, cosa che ne diminuirebbe la fioritura.
Il topinambur è una pianta molto usata anche nella conservazione del paesaggio laddove ci siano rischi di frane, poiché è in grado di colonizzare velocemente i declivi, e di consolidarli.
Unico difetto del topinambur è proprio l’invasività, ma in condizioni normali, una volta insediata, sarà sufficiente sfoltirla con la zappa o col forcone e gustarne i tuberi in eccesso.
Il topinambur va piantato all’inizio della primavera sistemando nel terreno pezzi di tubero.
Come per la patata anche con il topinambur è possibile suddividere in più parti ogni singolo tubero assicurandoti naturalmente che ogni pezzo abbia almeno un germoglio (occhio).
Nel dubbio piantali interi. Mette le radici di topinambur in buche profonde 10-15 cm alla distanza di 50 cm l’uno dall’altro.
Il topinambur cresce meglio se innaffiato regolarmente ma, una volta adattatosi, sopporta anche lunghi periodi di siccità.
I tuberi di topinambur si raccolgono in autunno-inverno dopo che la pianta è seccata, ma è preferibile lasciarli nella terra fino a quando si deciderà poi di consumarli.
Quello che rimarrà nel terreno germoglierà nuovamente in primavera.
Purtroppo è una coltivazione che non si adatta al vaso, è possibile coltivarla volendo in sacchi di juta, come le patate è tuttavia consigliabile coltivarlo solo in un giardino o in un orto.
Immagini da: naturamediterraneo.com – it.wikipedia.org – www.bbc.co.uk