Ecco perché le “transitions towns” hanno maggiore elasticità e forse qualche possibilità in più dei “downshifters”, cioè della cosiddetta “decrescita”, con cui comunque in parte si sovrappone.

In più non si tratta solo di rispettare l’ambiente, ma di essere solidali anche come società, costruire modelli sociali che ricordino un po’ quelli preistorici, in cui numerose famiglie si riunivano per poter ottenere vantaggi e sicurezza.

Sarebbe certo un modo per responsabilizzare le persone in un mondo in cui vive il feticismo della fine dell’ideologia.

Nel resto d’Europa, in Giappone, negli Usa, in Canada, in Australia, nel Sud Africa e in Nuova Zelanda a oggi vivono persone che perseguono lo stesso obiettivo: convertire i centri abitati a un’esistenza ecologica che possa fare a meno del petrolio e dei suoi derivati.

Così anche a Sandpoint, cittadina dell’Idaho che ha dato i natali a Sarah Palin, la ex candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti e mentre lei, in Alaska, faceva infuriare gli animalisti con una foto in cui la si vedeva accanto a un’alce abbattuta, i suoi concittadini coltivavano l’orto in cooperativa e si garantivano un’autosufficienza vegetale e biologica.
A Bell, in Australia, i residenti si sono messi in testa di acquistare forni a legna e dicono che a guadagnarci non è solo l’ambiente, ma anche il sapore del pane.
A Totnes, cittadina inglese nota negli anni ’60 come meta hippy, abitano ancora oggi diverse comunità alternative che, insieme a cittadini più tradizionalisti ma comunque ecologisti, cercano di vivere senza combustibili fossili.

Hanno cominciato con l’installare su ogni tetto dei pannelli solari e sono arrivati a introdurre una moneta, la Totnes Pound, che serve per acquistare prodotti rigorosamente locali.

“Totnes è diventata la mia seconda città – spiega Ellen Bermann, presidente del movimento in Italia -, ma anche da noi la transizione sta prendendo piede. Abbiamo meno di un anno, ma in questi mesi siamo cresciuti: sempre più persone visitano il nostro sito, partecipano agli incontri, s’inventano nuove pratiche oppure promuovono quelle avviate da realtà diverse, ma con i medesimi obiettivi”.

Immagine in evidenza da: ilcambiamento.it

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