Il genere Artemisia è noto a molte persone per le numerose specie dalle interessanti e diverse proprietà che le rendono utili per molteplici usi, ad esempio, l’assenzio (Artemisia absinthium) e le artemisie alpine quali il genepì (Artemisia genipì).
Ho iniziato a interessarmi all’Artemisia Annua dopo averla notata casualmente nella zona dove abito, qua, cresce spontanea.
L’ho notata in primis per il suo profumo aromatico molto intenso, per il colore brillante del suo fogliame e il suo portamento.
La trovo bellissima.
In passato, ma ancora oggi, in alcune zone rurali si crede che le artemisie siano le piante femminili per eccellenza, in grado di guarire diverse malattie legate alla sfera femminile, una delle virtù attribuite alla dea Diana Artemide che la scoprì.
Tra specie tanto interessanti, l’artemisia annuale(Artemisia annua) si distingue per la cattiva fama che l’accompagna quale infestante e pianta allergogena.
E’ infatti una erbacea invasiva in grado di raggiungere i due metri di altezza senza alcun problema.
Indagini scientifiche hanno individuato le ragioni della sua grande diffusione: una produzione
media di circa centoventimila semi a pianta con massimi di ottocentomila, una elevata germinabilità, la capacità dei semi di germinare con temperature comprese tra 5 °C e 30 °C in un periodo che va dalla primavera all’autunno, una bassa richiesta di nutrienti che, se presenti, incrementano il numero di fiori per pianta.
E’ ritenuta un’ospite fastidiosa da eradicare e questo, ve lo posso garantire anch’io.
Come molte piante considerate inutili, invasive se non addirittura dannose, l’artemisia annua si rivela invece importantissima per la salute umana, infatti è divenuta d’interesse sanitario in quanto contiene l’artemisina, sostanza in grado di curare la malaria, malattia che colpisce milioni di persone nei paesi a rischio, in modo più efficace ed economico rispetto ad altre sostanze.
Proprio per questa sua peculiarità l’organizzazione Medici Senza Frontiere ha lanciato già alcuni anni fa, un
appello per la coltivazione su larga scala di questa “erbaccia”.