Da considerare inoltre come la presenza di un certo numero d’insetti nocivi, di malattie crittogamiche e di erbe infestanti tuttavia deve essere considerata fisiologica nell’attività agricola.
Gli insetti e le malattie in natura restano, il più delle volte a livelli costanti e non dannosi.

Risulta quindi necessario e intelligente intervenire, seppur con prodotti a bassa tossicità, solo quando lo sviluppo dei parassiti risulti tale da compromettere una parte rilevante del raccolto.
Allo stesso modo potremmo parlare di concimazioni.

In agroecologia la concimazione non è atta alla nutrizione diretta delle piante, bensì, alla somministrazione di quanto occorre al potenziamento della vita del terreno, indispensabile substrato per la crescita equilibrata delle piante.
Pertanto, andrebbero utilizzati concimi organici o minerali, a lenta cessione, i quali si inseriscono nel metabolismo del terreno riducendo al minimo gli squilibri dell’attività dei microrganismi, i quali, indispensabili per garantire la disponibilità dei sali minerali necessari alle piante per uno sviluppo equilibrato.

Dobbiamo imparare a  gestire al meglio l’ecologia del campo coltivato adottando strategie che ne conservino la complessità così da minimizzare i problemi fitosanitari, se è vero che i metodi ecologici a causa della loro bassa permanenza e alla loro rapida degradazione  richiedono maggior conoscenza della biologia delle piante e degli agenti patogeni così da intervenire al momento più opportuno e ottenere il miglior risultato, altrettanto vero è che lo dobbiamo all’ambiente oltre che a noi stessi, credo proprio sia arrivato il momento di rendere il favore alla terra, senza se e senza ma!

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