Fattori organici (vegetali, animali …) e inorganici (terreno, acqua, aria…) risultano strettamente connessi all’esistenza di ogni organismo.
Qualsiasi forma di allevamento, anche quello particolarmente attento all’ambiente altera questo equilibrio, spesso in modo devastante e irreversibile, a causa della semplificazione dell’ecosistema originario.
Rotto l’equilibrio, ad esempio con l’introduzione e la sostituzione delle specie spontanee con specie coltivate, noi, diventiamo gli unici in grado e nelle possibilità di regolare questo ecosistema ormai degradato dove la regolazione biologica dei parassiti viene in tutto e per tutto sostituita dai fitofarmaci e la riattivazione dei terreni utilizzati troppo spesso ulteriormente danneggiata da apporti sconsiderati e superficiali di concimi chimici.
L’agroecologia parte a monte, non parte dalla protezione delle piante, ma dai metodi di produzione che sono in stretto rapporto con le loro salute, ovvero, si tratta di coltivare in modo tale da, per quanto possibile, eliminare i problemi fitosanitari, nelle tecniche convenzionali invece non si tiene in considerazione nulla, tanto ci sarà il prodotto chimico “riparatore” dell’errore umano.
Nelle tecniche convenzionali il terreno è qualcosa da manipolare (come del resto succede anche nella medicina convenzionale con il nostro organismo, basta pensare a come si somministrino con estrema facilità gli antibiotici oggi, ad esempio!) senza un minimo di visione globale!
Eccessive somministrazioni di fitofarmaci, spesso inoltre effettuate senza che vi sia la reale necessita o con scarse conoscenze (e del prodotto e dell’agente patogeno)contribuiscono seriamente all’inquinamento dell’ambiente e delle coltivazioni, vedete come l’esempio degli antibiotici di pocanzi calzi a pennello per capire come funziona?
L’ambiente inquinato è il nostro organismo in questo caso ed è contaminato dall’eccessivo e superficiale uso degli antibiotici!
Torniamo al dunque!
Durante le prime sperimentazioni delle tecniche agrobiologiche, negli anni trenta, si poté notare come gli insetti “nocivi” fossero i nostri migliori insegnanti in agronomia.
La loro presenza è un chiaro segnale che qualcosa non torna, pertanto, prima di procedere con l’eliminazione fisica sarebbe intelligente capire dove e come abbiamo sbagliato, dove è il problema!
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