La stratificazione è un procedimento che consiste nella disposizione a strati dei semi in un substrato soffice e umido, costituito generalmente da torba, agriperlite, sabbia o vermiculite utilizzati singolarmente oppure mescolati tra di loro in varie proporzioni, a temperature variabili da +2° a +5 °C a seconda delle specie in condizioni umide e arieggiate per un periodo variabile a seconda della specie, con l’obiettivo fondamentale di rimuovere la dormienza del seme.

Questa operazione simula l’azione che l’inverno esercita su alcuni semi.
In alternativa a questa tecnica o sinergicamente si posso usare ormoni quali le gibberelline (GA3).
L’azione benefica dei trattamenti termici sul processo germinativo (caldo-umidi, freddo-umidi o la loro combinazione alternata), si esprime attraverso cinque effetti principali:

A) La rimozione dei diversi tipi di dormienza;
B) L’aumento della velocità e uniformità della germinazione e della germinabilità totale;
C) L’allargamento della gamma di temperatura entro la quale è possibile la germinazione;
D) La diminuzione del fabbisogno di luce per le specie la cui germinazione è favorita da questo fattore;
E) La minimizzazione delle differenze qualitative delle sementi imputabili alle diverse tecniche di raccolta, di lavorazione e di conservazione.

In linea generale, i semi conservati richiedono periodi di stratificazione più lunghi rispetto a quelli applicabili alla semente di recente raccolta.

Da ricordare in ogni caso, che dopo la semina, se i semi non più dormienti sono esposti a condizioni ambientali sfavorevoli possono comunque attivarsi meccanismi fisiologici di blocco della germinazione.
Questo fenomeno viene chiamato “dormienza secondaria”.

La stratificazione di divide in:
Stratificazione a freddo – Vernalizzazione –
e
Stratificazione a caldo – Estivazione –

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