Si definisce coltivazione idroponica quella tecnica colturale, conosciuta anche con il termine idrocoltura, nella quale si coltivano piante e anche ortaggi fuori suolo, ossia, senza l’uso di terricci ma posizionando le radici delle piante direttamente a contatto con una soluzione nutritiva.
E’ una pratica molto diffusa nata per il recupero di spazi aridi o inquinati da colture precedenti sulle e per le quali erano stati usati in modo eccessivo sostanze anticrittogamiche, pesticidi e diserbanti.
La coltivazione idroponica oggi è molto diffusa non solo a livello professionale (beh! A dire il vero in Italia ancora poco), ma anche hobbistico, infatti, sono numerosissime le piante che ben si prestano a questo tipo di coltivazione, quello che invece molti non sanno è che anche le orticole si possono coltivare con tale metodo.
Innanzitutto è bene precisare che le piante già sviluppate in terra hanno un apparato radicale ben diverso da quelle cresciute in idrocoltura quindi, “convertire” queste piante all’idrocoltura potrebbe risultare piuttosto deludente, infatti, esse dovranno da prima essere sollecitate a emettere le radici adatte all’assorbimento dei nutrienti in una coltura fuori suolo con tempi che vanno dai 20 ai 30 giorni senza alcuna garanzia di successo nell’attecchimento poi.
Sarà meglio partire da seme o, per quelle piante che ben si prestano al taleaggio acquatico si potrà effettuare una talea immergendo il rametto a germinare in acqua.
Quindi, si sconsiglia l’acquisto di piante nate da comuni semenzai, o ve le producete da soli oppure se proprio buttatevi alla ricerca di un vivaio (rarissimo a dire il vero) che produca piante in idrocoltura.
Non è per nulla difficile coltivare le piante in idrocoltura anzi, considerate inoltre che le piante coltivate così non solo richiedono meno cure, ma sono anche meno predisposte a malattie, infatti, i fughi che spesso attaccano le nostre piante risiedono e si sviluppano, prima di colpire il vegetale, nel terriccio di coltivazione.
In commercio esistono appositi vasi realizzati per la coltivazione idroponica e sono composti da un vaso senza fori di drenaggio esterno, da un vaso forato uguale a quello che si usa per la coltivazione delle acquatiche, una versione più piccola di questo tipo di vaso forato sarà senz’altro conosciuta da chi ha un acquario, le piante che si trovano in commercio nei negozi di acquariofilia e zoo garden infatti sono coltivate spesso in questi vasi di plastica nera tutta forata o ancora, da chi ha un laghetto in giardino, infatti le piante acquatiche vengono riposte prima dell’immersione in questo tipo di vasi.
Infine c’è l’apposita feritoia, fra il copri vaso e il vaso per l’alloggio del galleggiate, utile, per la segnalazione della quantità di acqua presente nel vaso.
Purtroppo non c’è ancora una gran varietà di scelta per quanto concerne i porta vaso, spesso sono semplici e a tinta unita, potrete tuttavia riporre il tutto dentro un ulteriore copri vaso a vostro piacimento, come un vaso bidirezionale o un copri vaso in corda, e riempire con dell’argilla espansa per bloccare al meglio il vaso, nel caso ci “balli” un poco dentro.
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