Lampascioni o lampagioni, è questo il nome  volgare attribuito ai Muscari comosum, le cosiddette “cipolluzze di terra”.
Molto apprezzati nel sud dell’Italia, specie nelle Puglie, vengono raccolti proprio in questo periodo.

Hanno un insolito sapore tra il fungo, frutti rossi e l’asparago (appartengono infatti alla stessa famiglia).
Da sempre sono alimento della tavola estiva delle popolazioni meridionali e da parecchi anni sono arrivati anche nei supermercati.
Il lampascione non è coltivato di frequente, poiché è un ortaggio molto impegnativo e poco redditizio, perciò è pratica usuale andarli a raccogliere, il che è un’impresa tutt’altro che elementare, visto che il fiore è primaverile e in estate ne rimangono solo le foglie, che bisogna saper riconoscere e non confondere con bulbi velenosi.
Il lampascione ha un bulbo molto profondo perciò è opportuno munirsi di vanga e forcone, individuare un sito dove ce ne siano molti e prendere solo ciò che occorre al consumo familiare per non depauperare la flora.

Dopo essere stato pulito da foglie, sabbia, terra, radici, il bulbo va lasciato in acqua un’intera notte.

Va poi sbollentato due volte, partendo dall’acqua fredda, fino al bollore, che deve durare non più di due minuti.
A parte deve essere già pronto un sugo a base di pomodori freschi, aglio, basilico, tre peperoni dolci tondi (quelli verdi), un giro d’olio e una presa di sale, a piacere peperoncino piccante.
Nel cosentino si usa mettere anche due o tre patate tagliate a tocchetti.

I lampascioni puliti, sbollentati e scolati, vanno quindi messi nel tegame con il sugo e lasciati cuocere a fuoco lento per dieci minuti, fino a che sono teneri ma non sfatti.
Prima di spegnere alzate la fiamma per mezzo minuto, non di più, rimestando continuamente con un cucchiaio di legno.
Si possono consumare caldi, ma a molti piacciono di più se lasciati riposare.
(Ricetta per 1 chilo di lampascioni)

Immagini da: luirig.altervista.org, actaplantarum.org e cherrygal.com